What's in a book (luglio 2021)

Un libro per l'estate e non solo, anzi per tutto l'anno:  Roberto Cotroneo, Loro, Neri Pozza 2021.

Ho iniziato a leggere questo romanzo di Roberto Cotroneo in gran parte già attratta dal titolo. Loro, è infatti un titolo allusivo, che rimanda al sottinteso e insieme all'ignoto, ad un coté che in qualche modo è altro da noi ma nello stesso tempo è in rapporto con noi. Poi, fin dalla prima pagina, la narrazione coinvolge il lettore in un gioco emotivo di complicità e rimandi che perdura fino all'inaspettato finale e anche oltre. 

Senza entrare troppo nel merito della trama, per evitare pericolosi spoiler quanto mai inopportuni in una costruzione narrativa così pneumatica, posso anticipare che di questo libro esistono molti livelli di lettura: il primo è ovviamente la rincorsa serrata tra fabula e intreccio, cioè la storia e il suo dipanarsi attraverso i personaggi e le loro relazioni; il racconto in prima persona offre infatti una prospettiva omogenea dei fatti e ne facilita la scorrevolezza; l'ambientazione in una villa a nord di Roma, dall'architettura immaginifica eppure paradossalmente realistica e moderna, ci coinvolge in una dimensione chiusa in cui diventiamo tutt'uno con il punto di vista narrante e non riusciamo a staccarcene; i dialoghi sono fitti ma mai incalzanti, con il giusto respiro che una storia del genere appunto deve avere.

Poi c'è il secondo livello: i richiami disseminati nel testo ad altri testi e ad altri autori. In primo luogo Henry James e il suo The turn of the screw, il famigerato Giro di vite; si dice che lo stesso James scrivendone le pagine ne fosse atterrito (si veda la bellissima trasposizione cinematografica del 1961 nel film Suspense). E se nel Giro di vite l' attenzione del lettore è sempre sul filo del rasoio nel prestare ascolto ai vari elementi, si potrebbe dire che in questo romanzo il filo dell'attendibilità dei personaggi è completamente avviluppato in un groviglio inestricabile per poi spezzarsi (e chiarirsi) tutto insieme alla fine; poi c'è la più recente Shirley Jackson (Abbiamo sempre vissuto nel castello ecc, con il tema della casa, luogo /non luogo in cui si materializzano desideri paure e fantasie; poi Hoffmann degli Elisir del diavolo e i suoi racconti tra il fiabesco e l'orrido della tradizione germanica; e, last but not least, il tema del doppio, dell'ombra, della coscienza.

Si aggiungono poi altri affascinanti livelli i cui elementi poggiano sull'architettura, sull'estetica simbolica della casa di vetro, in cui l'essenza del 'perturbante' si fa strada nella sua ancor più spaventosa evidenza, nonché sulla musica, con magistrali allusioni ad autori e loro implicazioni più o meno rivolte al Divino o al mondo ctonio. Un nodo complesso eppure divorante, accattivante, una lettura che ci conduce in meandri inaspettati e ci arricchisce, per poi lasciarci con il desiderio di leggere ancora, da capo, dalla prima pagina del diario in poi, con una nuova consapevolezza.




Commenti

Post popolari in questo blog